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QUALI SONO I 6 INGREDIENTI DI UN ATTO VINCENTE??

PERCHE’ ALCUNE IDEE NASCONO VINCENTI E ALTRE NO?

Non è un paese per innocenti

Ci sono progetti e messaggi che diventano realtà  condivise da tutti ed altri, magari con aspetti comunque interessanti, che scompaiono dalla memoria dopo pochi giorni o settimane.

Per questo motivovincente” ed  “efficace” sono sempre più spesso abbinati a “che non si dimentica o abbandona facilmente“, questo soprattutto soprattutto con riferimento ai modi di dire, ai messaggi, alle idee.

Quindi si potrebbe dire che una comunicazione è efficace quando resta nella memoria del soggetto che la riceve. Un’idea vince se buca il muro dell’oblio! Questo vale anche nel mondo degli avvocati e dei tribunali: in ogni causa si cerca di trasmettere un messaggio e convincere chi legge (il Giudice) che si tratta del messaggio vincente. Il sistema giusto è quello di NON FAR PIU’ DIMENTICARE al Giudice la propria tesi difensiva; MA COME SI FA??

Vediamo assieme il metodo giusto perchè un messaggio superi la naturale propensione ad essere dimenticato o tralasciato.

Le idee vincenti devono avere alcune caratteristiche, che hanno a che fare soprattutto con il loro modo di comunicarle. Quali??

Le sei caratteristiche di un messaggio efficace e vincente sono le seguenti:

  1. semplicità
  2. sorpresa
  3. concretezza
  4. credibilità
  5. emozione
  6. storie

Ecco quindi i sei elementi chiave per messaggi capaci di restare nella memoria, che si appiccichino bene addosso a chi li riceverà  per non lasciarlo più.

SEMPLICITA’
Più di tot informazioni alla volta non riusciamo a elaborare, tantomeno a ricordare (è noto che più scelte abbiamo, più ci è difficile scegliere).
Semplici non vuol dire necessariamente brevi o poveri di informazioni, piuttosto selettivi e concentrati.

SORPRESA
Per riuscire sicuramente a farsi ascoltare bisogna “rompere lo schema.
Schemi cui ci adattiamo così facilmente, ma ai cui cambiamenti siamo terribilmente sensibili. Basta cambiare qualcosa nel già  noto per farci alzare le antenne. La sorpresa genera automaticamente attenzione.

CONCRETEZZA
Gli esempi concreti e il lessico quotidiano aiutano tutti, non solo gli scrittori dell’antichità , i grandi manager e i presidenti degli Stati Uniti.
Più ci rivolgiamo a chi è completamente digiuno di un tema, più abbiamo bisogno di convincere, di portare l’interlocutore dalla nostra parte, pià dovremmo rinunciare ai modi di dire, ai gerghi, all’astrazione e avvicinarci invece all’esperienza comune.
L’astrazione è il lusso degli esperti, ma uccide sul nascere ogni interesse in chi ne sa di meno.

CREDIBILITA’
Naturalmente un messaggio può essere semplice, sorprendente e concreto, ma per funzionare deve essere anche credibile.
Credibilità  che può avere molte fonti diverse:
-la credibilità  di un’antiautorità  (una confessione del colpevole, un ex fumatore etc.)
– la credibilità  intrinseca, fatta di una estrema ricchezza di dettagli, di descrizioni concrete e potenti,  che fanno vedere
la credibilità delle statistiche e dei numeri, che però non vanno mai sciorinati nel loro valore assoluto, ma utilizzati per creare relazioni, confronti, stimoli a pensare
-la credibilità  del provare per credere, quella che fa appello alla capacità àdi verifica di una persona come me.

EMOZIONI
Senza emozioni, non c’è azione. E per elaborare e scrivere messaggi che smuovono bisognaà  distogliere l’attenzione dal cervello e puntare al cuore.
Per quanto sembri strano, è difficile suscitare emozioni con le grandi teorie, i grandi numeri, anche quelli più impressionanti. Bisogna guardare al caso singolo.

STORIE
Tutti i punti precedenti si trovano concentrati nella forma espressiva più antica ed efficace, la storia, il racconto.
Se una storia ci resta dentro meglio e più a lungo di un documentatissimo saggio o di una serie di istruzioni è perchè leggere o ascoltare una storia, come ognuno di noi sa fin da piccolo, significa viverla dentro di noi anche a livello sensoriale ed emozionale.

Ricorda: non si può non comunicare. Si può  solo scegliere cosa e come.

Alessio Alberti

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