COSTI DELLA GIUSTIZIA E SPESA PER IL GRATUITO PATROCINIO

SI PARLA DI SPENDING REVIEW MA NON PER LE POLTRONE DELLA GIUSTIZIA CHE CONTANO PIU’ DEL GRATUITO PATROCINIO

Costo della giustizia italiana

Costo della giustizia italiana

Il budget della Giustizia è pari ad oltre 7,5 miliardi di euro. Il 96,88 % se ne va in stipendi mentre al gratuito patrocinio ne resta un importo che va dal l’1,5 % al 2,9% a seconda di come lo si calcola, dati 2010. (clicca la tabella qui a fianco con tutti i dati disaggreggati)

C’è però un mondo a parte in cui, anche in tempi di crisi, i tagli non pesano per nulla.

Questo mondo è la direzione della macchina giustizia, dove capitoli di spesa ed enti paiono intoccabili.

Per primo ci sta l’importante organo di autogoverno della magistratura ordinaria: il Consiglio superiore della magistratura (1). Accanto al Csm ci sta poi l’equivalente per la giustizia tributaria, pagato dal ministero del tesoro, il Consiglio di presidenza (2). Di seguito abbiamo poi l’organo di autogoverno della giustizia amministrativa (3), quello per la  giustizia contabile (4) e, infine, un Consiglio della magistratura militare (5).

Tutto questo pesa sulle finanze nazionali per quasi cento milioni di euro.

Il numero 1, il Csm, è organo costituzionale ma è governato da una maggioranza (18 membri su 26) che sono di fatto espressione dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) e ne rappresentano la volontà già precostitutita.

Ma quanto costa il Csm?  I dati più recenti a disposizione sono del 2011e dicono che il budget del Csm ammontava a 35 milioni 374 mila euro, per una pianta organica di 243 addetti.

Analizzando il bilancio si trova che solo meno di 4,9 milioni servono a pagare gli «oneri dei componenti del Csm» (ovvero il compenso dei suoi 24+2 membri). che si vedono soltanto 12 volte al mese, ovverosia quattro volte a settimana per tre settimane al mese.

Il resto, nel 2011, è servito a pagare servizi, pensioni ed i dipendenti del Csm, tra i quali spiccano 30 addetti ai «servizi ausiliari e di anticamera», otto dattilografi, una ventina di uscieri e 20 autisti. Per farsi un’idea di cosa fanno gli altri si deve ricordare che il Csm francese opera con solo 11 dipendenti e tre chauffeur.

Lo stesso vale per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, i cui 15 componenti hanno una retribuzione che non può superare i 64.800 euro lordi l’anno (circa di 3 mila euro netti al mese) da sommarsi alla retribuzione originaria di ogni membro.

Di seguito ci sta l’organo di autogoverno della magistratura militare che stipendia 7 magistrati che autogovernano i 48 magistrati militari che decidono in media 60 procedimenti all’anno (dall’insubordinazione in poi). Anche questo ha un suo costo.

Pure i magistrati amministrativi  per autogovernarsi hanno poi un Consiglio di presidenza: 19 membri, con rimborsi e indennità di missione al seguito.

Costi del Ministero di Giustizia

Costi del Ministero di Giustizia

A tutto ciò si sommano poi i costi dell’ingranaggio del ministero di giustizia che da solo si mangia altri 31 milioni di euro e, con questa voce di spesa, si prende un bel secondo posto in hit parade fra tutti i gabinetti governativi. (clicca la tabella qui a fianco)

In tutto questo spiegamento di forze si perde il senso delle priorità della giustizia. A fronte di tali numeri si fatica a comprendere quale siano le scelte non rinunciabili.

Per orientarsi può perciò essere utile guardare cosa fanno gli altri paesi del mondo occidentale.

Il confronto però lascia spiazzati.

Prima di tutto ricordiamo la premessa:  non ci stancheremo mai di ripetere che senza una difesa degna di questo nome non si può avere giustizia. E una giustizia zoppa non è una giustizia.

budget euro per abitante legal aid (gratuito patrocinio)

Budget euro per abitante per legal aid (gratuito patrocinio)

Orbene, per capire se quello che spendiamo in Italia per la Giustizia è ben impiegato, dobbiamo vedere che per garantire il Legal Aid (in nostro gratuito patrocinio) in Europa si spendono di media 6,8 euro per abitante mentre da noi se ne usano solo 2,1 euro. Siamo perciò più di tre volte sotto la media del continente e prima di noi ci stanno paesi che non raggiungono i nostri standard di vita. (Vedi la tabella qui a fianco con i dati CEPEJ della UE )

A questo si deve poi aggiungere che il confronto è più chiaro se si verifica a cosa viene destinato il budget disponibile per la Giustizia.

Budget gratuito patrocinio in italia confronto in Europa

Budget gratuito patrocinio in italia confronto in Europa

L’ultimo dato disponibile proviene dal CEPEJ (The European Commission for the Efficiency of Justice) del 2012 e riguarda i dati forniti dai paesi europei alla UE nel 2010. Il risultato della panoramica è sconfortante perchè se ne ricava un’Italia come sempre a fondo classifica.

Per tutti i paesi occidentali di più antica appartenenza alla UE la tutela del “Legal Aid” è fondamentale e vede investire risorse significative che vanno ben oltre il 5% del budget del settore giustizia. L’italia ci riserva un modesto 2,9% a fronte, ad esempio, di una Svizzera che destina il 7.6% con un bilancio pari al nostro. Inghilterra a Galles hanno un budget che persino più di 10 volte il nostro.

Reddito Italiani

Reddito Italiani

Questo accade anche perchè abbiamo una diffusione del gratuito patrocinio molto più bassa della media continentale e la cosa è inspiegabile, se non con l’indifferenza delle istituzioni, quando abbiamo un reddito medio di 16.800 euro ed il 25% dei contribuenti che rientra nella fascia reddituale per l’ammissione alla difesa assicurata dallo Stato (oltre 10 milioni di italiani ha un reddito inferiore a € 10.700).

Insomma, quando un pase ha un bilancio della giustizia di 7,5 miliardi di euro, ci pare che destinare al patrocinio a spese dello Stato una somma che si colloca fra i 90 (destinato al solo penale) ed i 220 milioni corrisponda ad una considerazione di scarsa priorità della difesa del cittadino; specialmente quando si destinano somme pari, o persino superiori, alla alta burocrazia del sistema. La lettura che vi si può dare è una sola: prima la Pubblica Amminsitrazione e poi il singolo individuo, che possa avere dei diritti o meno.

Alessio Alberti

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