OUA: IL GRATUITO PATROCINIO INTERESSA MILIONI DI ITALIANI, NON SI PUO’ CARICARLO SOLO SUGLI AVVOCATI
Dal Corriere della Sera: ecco l’intervista integrale della Presidente Oua e del coordinatore della Commissione Patrocinio a spese dello stato OUA. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura fa il punto degli sforzi in corso per sensibilizzare l’attenzione pubblica sull’istituto dell’assistenza legale gratuita per i non abbienti prevista dal dettato costituzionale.
Un intervento che spiega l’attività ed il percorso scelti dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura, che organizzerà a Torino la Conferenza Nazionale dell’Avvocatura nel prossimo novembre.
- Per le fascie deboli si può e si deve fare di più
Di Mirella Casiello, Presidente Oua
“Tra i nodi irrisolti di questo Governo e del ministro Orlando, c’è il rafforzamento del patrocinio a carico dello stato per un’efficace tutela dei ceti più deboli. Soprattutto in un Paese ancora sotto lo scacco di una lunga crisi economica. In tal senso, va anche la necessità di estenderlo anche per i nuovi istituti previsti nel processo civile, come la negoziazione assistita. In Italia, assistiamo a un paradosso: in questi anni si è impoverita la classe medi, è aumentata la fascia di sofferenza, e, quindi, la platea di aventi diritto al patrocinio a spese dello Stato: fino a un quarto della popolazione, ma non sono cresciute proporzionalmente le risorse previste per questo servizio. Siamo il Paese che meno spende in Europa, perchè si scarica tutto sugli avvocati, con parcelle misere, circa 600 euro per una causa che dura anni, oltretutto pagate con ritardi vergognosi. detto in altri termini, nel nostro Paese la giustizia è sempre di più una roba per ricchi, e l’assistenza per i più poveri è ormai a spese dell’avvocato, non dello Stato. In questo, senso salutiamo con favore la presentazione da parte di alcuni deputati, prima firmataria Anna Rossomando, per trovare soluzioni ad alcuni di questi problemi e cercando di ridurre almeno l’esposizione economica dei professionisti attraverso forme di credito di imposta”.
- Patrocinio a spese dello Stato….anzi dell’avvocato.
Di Alberto Vigani, Coordinatore Commissione Oua sul patrocinio a spese dello stato
A chi gliene frega di centinaia di migliaia di processi eterni, di impossibilità di difendersi, di burocrazie infinite e di un sistema che ha perso il contatto con la ragione per cui era venuto ad esistenza.
I media spesso ci raccontano solo di vicende processuali di industriali, politici e calciatori dimenticando che ci sono oltre 8 milioni di processi pendenti che coinvolgono persone normali come me e te.
Nell’immaginario collettivo ci sta la convizione che il diritto al gratuito patrocinio spetti solo a quattro gatti che vivono in condizioni di emarginazione e non fanno parte della società civile. Ma non è così. Il tetto reddituale per accedere al Patrocinio a spese dello Stato è pari a € 11.369,24 nel processo civile, mentre nel processo penale esso va maggiorato di € 1.032 per ogni familiare a carico.
Alcuni dati: il reddito medio degli italiani nel 2010 è stato di poco di più di 19 mila euro, mentre ci sono 14 milioni di contribuenti che percepiscono meno di 10 mila euro all’anno, con un picco negativo nelle regioni del sud dove il reddito medio ammonta a circa 13.000 euro annui.
Questo significa che ogni appartenente a nuclei familiari con più di 3 congiunti a carico ha di media superato la soglia di accessibilità alla difesa gratuita penale. E se ricordate che il reddito medio dei contribuenti delle regioni meridionali è di soli 14.000 euro e che in Italia ci stanno ben 15.000.000 di persone con un reddito inferiore a 10.000 euro è chiaro che riguarda più di un quarto di questa malandata Italia.
Oggi, nonostante vi sia il Testo Unico sulle Spese di Giustizia (DPR 115/2002) che disciplina il mezzo di superamento del gap reddituale nel processo, esso è di fatto paralizzato perchè non pagato, non controllato e mal sopportato dalle istituzioni.
A tutto questo poi si aggiunge appunto la chicca del “Patrocinio a spese dello Stato” , nome altisonante di quell’istituto attuativo dell’art. 24 della nostra Costituzione che è più spesso chiamato “Gratuito Patrocinio” o, con una battuta di un passato Ministro di Giustizia (Alfano): l’Avvocato Gratis .
Se a tutti coloro che non hanno i mezzi reddituali utili a consentirgli l’accesso ad una difesa a proprio carico (definiti dalla legge non abbienti se hanno un reddito inferiore a € 11.369,24) è garantito il patrocinio gratuito, ossia la difesa senza spese a loro carico, si deve sapere a chiare lettere che lo Stato per garantire l’effettività di quest’ultimo non fa nulla, o quasi.
La presenza di uno stuolo di avvocati non significa necessariamente che a tutti è concessa una vera ed uguale capacità di difendersi.
Ma non basta l’intero servizio è lasciato alla gestione degli avvocati, che devono:
- verificare l’esistenza dei requisiti dei richiedenti nel processo civile (con una valutazione di non manifesta infondatezza della domanda),
- tenere e conservare gli elenchi degli avvocati abilitati,
- sorvegliare l’attività di questi ultimi,
- gestire il servizio di informazione e consulenza per l’accesso al gratuito patrocinio e alla difesa d’ufficio ;
- svolgere l’attività difensiva;
- sostenere economicamente l’attività defensionale fino al termine del processo prima di vedere liquidati i compensi correlati;
- attendere che passino anni dalla fine del processo prima di ricevere il saldo dovutogli.
Lo Stato, di Suo, provvede a verificare l’ammissione al gratuito patrocinio, quando è penale, all’inizio del processo, liquida le somme dovute quale parcella a fine processo e paga quanto sommariamente liquidato con ritardi quantificabili in ere geologiche, anche due anni!
Si deve intervenire e si deve farlo presto. A fronte di una domanda crescente non si può andare avanti così.