L’ART. 24 COST. VALE MENO DEI SENATORI A VITA DELL’ART. 59?
Secondo voi, l‘accesso alla giustizia ed i senatori a vita, servono all’Italia ed agli Italiani nello stesso modo?
Non potevamo vivere senza senatori a vita?
Vediamo cosa ne dice la logica.
Chi ci segue sa che alcuni mesi fa abbiamo scritto sia una lettera aperta al governo Monti sia una al governo Letta con un APPELLO: abbiamo chiesto che l’art. 24 della Costituzione Italiana venga attuato aggiornando il tetto reddituale per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
Per evidenziare il valore della nostra statuizione Costituzionale ricordavamo che è importante anche per tutti coloro che si professano europeisti (l’Europa andava molto di moda nelle loro parole): infatti, pure l’Articolo II-107 della Costituzione Europea prevede che, a coloro che non dispongono di mezzi sufficienti è concesso il patrocinio a spese dello Stato, qualora ciò sia necessario per assicurare un accesso effettivo alla giustizia.
Partendo da questa premessa certa abbiamo sottolineato che per accedere al beneficio costituzionale si deve appunto determinare il tetto massimo sotto il quale si ritiene che non ci siano mezzi sufficienti per assicurarsi da soli l’accesso alla giustizia.
Per questo si deve allacciarsi alla disciplina che attua la costituzione per come contenuta nel “Testo Unico Spese di Giustizia” (il DPR 115/2002) e in particolare nell’art. 77 ove si prevede che il tetto reddituale individuante i soggetti aventi diritto al patrocinio senza spese a proprio carico deve essere aggiornato ogni 2 anni per evitare che l’erosione dell’inflazione impedisca di aiutare le persone effettivamente bisognose. Per praticità richiamavamo il seguente testo della norma:
ART. 77
(Adeguamento dei limiti di reddito per lìammissione)1. I limiti di reddito sono adeguati ogni due anni in relazione alla variazione, accertata dall’ISTAT, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi nel biennio precedente, con decreto dirigenziale del Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze.
Il tetto reddituale è stato già in passato aggiornato alla crescita dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati ma la più recente variazione in aumento risale al 2 luglio 2012 con decreto ministeriale ma ciò SOLO con riferimento all’ISTAT calcolato
al 30 giugno 2010
Orbene, ad oggi 31 agosto 2013, da quella data sono purtroppo decorsi oramai oltre “38 mesi“, pari a oltre 3 anni e 2 mese, e nulla è più accaduto.
L’istanza per adeguare, per i periodi relativi al biennio 1° luglio 2010 -30 giugno 2012, il predetto limite di reddito, fissato a oggi in euro 10.776,33, è rimasta lettera morta.
A sommesso avviso di chi scrive la Costituzione è da applicarla tutta e non a spizzichi e bocconi per come fa comodo.
L’art. 59, contenuto nella parte seconda della Costituzione Italiana, esiste ma non svolge particolari effetti benefici sui diritti primari garantiti dalla carta costituzionale e, crediamo, se ne può parlare quando le priorità che sono altre hanno trovato certa tutela.
Se non ci credete leggete qui sotto il disposto di cui all’art. 59 e diteci voi cosa ci sta di così urgente da attuare:
Art. 59.
È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Per converso, ci pare che l’art. 24 della Costituzione e la tutela dell’esercizio di difesa nel processo non trattino di un diritto minore che può essere trascurato.
In effetti l’art. 24, contenuto invece nella prima parte della carta costituzionale e nel titolo primo, parla di garanzia del diritto alla giustizia e dei rapporti fra il cittadino ed il potere giudiziario. Non ci pare trattarsi di una questione minore, ma per chi avesse dei dubbi riportiamo qui di seguito il testo affinchè possa farsi una sua opinione:
Art. 24.
Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.
Per queste ragioni siamo convinti che, se si può valutare l’opportunità di nominare 4 nuovi senatori a vita, di certo non ci si può nascondere che l’inflazione ha tolto almeno il 4,4 % del potere di acquisto alle famiglie in 3 anni, falcidiando per moltissimi il tetto massimo reddituale che disciplina l’ammissione al gratuito patrocinio ed oggi esclude dall’accesso garantito alla giustizia 2 milioni di Italiani (che hanno un reddito fra i 13.000 euro e i 11.000 euro).
In altre parole, se possiamo spendere 1 milione all’anno per 4 senatori a vita – che ci paiono un optional – si può e si deve senz’altro tener da conto che con un milione di euro all’anno si pagano 1300 parcelle medie (pari a € 790,00) a milletrecento italiani che altrimenti non avrebbero un avvocato per difendersi in giudizio.
E allora, se possiamo permetterci 4 senatori a vita, che sia chiamino Abbado piuttosto che Rubbia – o Cattaneo – non importa, vuol dire che possiamo e dobbiamo anche permetterci un piccolo ritocco a quel tetto reddituale per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato che oggi è ingiustificatamente fermo da 38 mesi (mentre l’aggiornamento deve avvenire per legge ogni 24).
Siamo quindi persuasi che non sia solo la cassa il principio che deve guidare l’operato del governo, come non lo è e non lo è stato per il Presidente della Repubblica quando ha nominato i senatori a vita.
Vi deve allora essere altrettanta attenzione nell’attuazione di cui passaggi costituzionali che sono posti a salvaguardia dei valori fondanti una democrazia compiuta come deve essere la nostra. Almeno quanta ve ne è per l’art. 59.
Se vogliamo perciò parlare di civiltà e di democrazia nei pubblici consessi, nazionali ma non solo, è OGGI essenziale che in molti si ricordino in tutte le sedi competenti che è necessario intervenire SUBITO per aumentare il tetto del reddito che ammette al gratuito patrocinio.
Per questo rinnoviamo una preghiera pubblica affichè il Ministero di Giustizia emani il decreto ministeriale che adegua il tetto reddituale innalzandolo almeno a 12.000,00.
Aiutaci anche tu compilando il form qui sotto.
Caro lettore, gentile lettrice, dai anche Tu forza al nostro appello al Presidente Letta mandando l’invito al Governo italiano perchè venga aumentato il tetto reddituale che oggi è di € 10.776,00 ed è scaduto fin dal giugno 2010.
L’inflazione ha eroso in 3 anni quell’importo che oggi è superato dalla crisi e nega ogni giorno il diritto di accesso alla giustizia degli italiani non abbienti.
Compila qui il form di contatto con il Governo Italiano per far conoscere anche la Tua voce.
Diversamente, spiegateci cosa dobbiamo pensare del silenzio delle istituzioni. Perchè noi un’idea ce la saremmo già fatta.
Associazione Art. 24 Cost.
David Del Santo